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19 Dicembre 2024

Il Teacher portfolio per la professionalità docente: un esempio di scheda di osservazione del docente neo immesso

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La compilazione del portfolio documenta lo sviluppo delle competenze in questo caso della formazione iniziale e in servizio dei docenti. Il portfolio è necessario per appurare la professionalità del docente come professionista della formazione la cui crescita è continuamente connessa alla rivisitazione continua dei suoi vissuti e dei percorsi riflessivi.
I passaggi e la relazione tra portfolio e professionalità
Di particolare pregio è il lavoro scientifico elaborato dall’INDIRE, dall’Università di Macerata e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e per esse dai ricercatori e docenti prof.ssa Maria Chiara Pettenati, prof.ssa Anna Tancredi, prof.ssa Margherita di Stasio, prof.ssa Elena Mosa, prof.ssa Lorella Giannandrea, prof.ssa Patrizia Magnoler, prof. Pier Giuseppe Rossi e prof. Cesare Rivoltella veri luminari e sapienti interpreti di una scuola che vuole e deve cambiare, necessariamente. Lavoro scientifico “Il Teacher portfolio per la professionalità docente” che qui richiamiamo nelle parti più salienti e utili per i docenti in formazione perché neo immessi in ruolo.
La relazione tra portfolio e professionalità e, quindi, tra portfolio a competenza – si legge in “Il Teacher portfolio per la professionalità docente” – va individuata nei seguenti passaggi:
• la documentazione di quanto è accaduto o è stato prodotto/usato in una situazione supporta la ricostruzione delle azioni non solo temporale, aiuta a recuperare o assegnare un significato agli eventi;
• la documentazione deve essere dinamica, multimodale e in grado di mostrare l’evoluzione di una specifica competenza in un tempo dato (dipende dalla competenza da documentare);
• la “lucidità” che emerge dal processo riflessivo consente di trasferire, da una situazione all’altra, quanto precedentemente appreso e di ricontestualizzarlo in modo consapevole trasformando, applicando, integrando con nuove conoscenze e abilità, se necessario;
• la competenza è visibile dal modo in cui il soggetto mobilita le proprie risorse e quelle presenti in contesto per affrontare la specifica situazione;
• la competenza si sviluppa grazie a un processo riflessivo che permette di individuare il modo in cui il soggetto ha affrontato la situazione esaminando i dati di contesto, le decisioni prese, le posture attuate e i risultati ottenuti;
• Proprio questo strumento, ovvero il portfolio, è assai utile per fornire visibilità ai sopraindicati movimenti; tra questi, proprio l’e-portfolio è in rado di fornire la possibilità di assicurare un continuo cambiamento ed è, per altro, esportabile, tale da poterlo cambiare pure in un dossier statico, adatto a mostrare – si legge in “Il Teacher portfolio per la professionalità docente” – a eventuali consulenti o addirittura, e ve ne vorrebbero, a valutatori (questo capita o potrebbe capitare, ad esempio, nel caso dei neoassunti).
Il portfolio e il percorso di professionalizzazione
Ma chi è il vero professionista? Quali sono le sue caratteristiche?
Si tratta di colui che è in grado di manifestare sia durante l’azione che dopo di essa, capacità di riflessione; e, inoltre, colui che è in grado di regolare continuamente il proprio modo di agire ma anche quello di essere dimostrando di sapere mantenere alta la coesione fra quelli che sono i mezzi e i fini della sua azione; è pure diligente alla propria sfera personale, ma anche a quella etica e particolarmente a quella valoriale, che trasferisce in maniera significativa nel proprio lavoro. Un professionista è capace di capire e di fare proprie tutte (o in parte) quelle che sono le attese sociali proprio rispetto al ruolo che ha, ma al contempo è in grado di inventare nuove e più qualificate pratiche in funzione del progresso culturale del quale deve essere attento critico. Dunque, appare come soggetto integralmente consapevole delle competenze “attese”, quelle che danno identità alla figura professionale, e proprio perché consapevole, è in grado di preparare nuove visioni su ciò che esprima “essere insegnanti” nei vari momenti storico/culturali.
Struttura del portfolio
Se vogliamo comprenderne l’utilità dobbiamo avere, sempre e comunque, presente questa definizione di portfolio, e, principalmente, sapere come articolarlo.
Curricolo formativo
Per prima cosa bisogna segnalare le esperienze formative che hanno in modo particolare caratterizzato la crescita professionale del docente. Si possono ed è assolutamente necessario, per la verità, documentare concisamente tali attività avendo cura di porre attenzione al perché si ritengono utili. Narrare e giustificare sono operazioni che favoriscono la cognizione e il riconoscimento dei fattori che spingono a dare un senso particolare a quelle esperienze.
Documentare un’esperienza significa indicare:
• titolo;
• anno in cui è avvenuta;
• durata;
• caratteristica e una breve descrizione;
• la motivazione della scelta.
Comprovare pratica e esperienze di lavoro di particolare significato
Gli insegnanti neoassunti dovrebbero procedere, secondo anche quanto opportunamente indicato nel lavoro scientifico elaborato dall’INDIRE, dall’Università di Macerata e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore (prof.ssa Maria Chiara Pettenati, prof.ssa Anna Tancredi, prof.ssa Margherita di Stasio, prof.ssa Elena Mosa, prof.ssa Lorella Giannandrea, prof.ssa Patrizia Magnoler, prof. Pier Giuseppe Rossi e prof. Cesare Rivoltella) partendo da ciò che ricordano per giungere al riconoscimento.
Ciò si può realizzare attraverso l’indicazione di una o più sessioni di insegnamento attuate in tempi ravvicinati. Cioè, è necessario scegliere una particolare lezione (o anche due, se lo si ritiene più utile) e documentarla in ogni sua parte e in ogni, più ancora, passaggio, partendo proprio dalla sua progettazione alla sua realizzazione e al suo dipanarsi in classe con gli alunni.
In questo senso è utile e proficuo dettagliare, uno ad uno, tutti gli obiettivi dell’attività, fissando anche i criteri che hanno determinato le scelte didattiche operate, i materiali utilizzati, tutte le azioni che sono state previste, così da poter dopo proseguire all’analisi di quanto avvenuto, continuamente supportato da domande stimolo come quelle nel seguente riquadro. Non debbono essere lezioni straordinarie, ma debbono essere lezioni che esprimono un caratteristico e personalissimo stile di insegnamento.
La gamma delle esperienze lavorative
In direzione del portfolio di un docente in servizio occorre ampliare il numero delle esperienze lavorative che bisogna documentare per tracciare la propria traiettoria professionale.
Oltre alla descrizione di attività effettuate in qualità di docente (progettazioni di Unità di Apprendimento, progettualità, strutturazione di lezioni, costruzione di curricoli anche verticali o multidisciplinari) possono essere rappresentate, in maniera dettagliata e avendo cura di narrare i vissuti, anche le esperienze, per esempio, descrivendo i ruoli assunti nell’istituzione.
Anche in tale circostanza la rappresentazione dovrebbe accogliere una scheda molto essenziale e documenti a supporto connessi all’esercizio progettuale raccontato.
Se si vuole avere una eccellente raccolta è necessario descrivere dettagliatamente ogni attività inserita:
• titolo;
• anno nel quale è stata progettata e realizzata l’esperienza descritta;
• durata dell’esperienza;
• descrizione essenziale;
• motivazione per la quale si intende inserire l’esperienza nel portfolio.
Bilancio delle competenze
Il passaggio successivo, ovvero il terzo, è costituito da un paragone fra la percezione delle proprie competenze e quelle che contrassegnano la figura del docente in questo momento storico e in questo contesto sociale.
Lo strumento che è fornito si chiama Bilancio delle competenze.
Si tratta di una struttura organizzativa di “riflessione guidata” necessaria e finalizzata a comprendere le dimensioni contraddistinguenti ogni competenza e sostenere ognuno a comprendere con maggiore trasparenza le azioni e le condotte attesi.
Per semplificare la ristrutturazione delle aree d’azione del docente, il Bilancio è organizzato in tre aree:
• l’agire in classe (Didattica)
• l’agire sia nella scuola che con il territorio (Organizzazione)
• la cura della propria professionalità (Professionalità).
Per ciascuna delle aree sopraindicate sono fissati degli ambiti e per ogni ambito il docente può disporsi, qualora vengano definiti in modo negoziato a livello nazionale, in eventuali livelli.
Ci sono diversi modelli di portfolio?
In effetti vi sono molteplici strutture forme frutto di ricerche metodologiche e pedagogiche.
I diversi modelli hanno, comunque e sempre, delle costanti:
• l’inclusione delle esperienze, sia quelle formative che lavorative ritenute, dal docente, più significative;
• l’indicazione della reale motivazione per la quale una certa e ben significativa esperienza è stata inserita;
• il rapporto tra la documentazione e lo sviluppo delle competenze che rende possibile verificare il reale e significativo mutamento e la progressione di questo nel tempo;
• l’esplicitazione del rapporto tra i singoli esperimenti esperienziali (il dettaglio) e la strada percorsa seguendo una ben definita traiettoria;
• il valore formativo sia per il docente in formazione, sia per la comunità professionale nella quale opera e vive nell’istante nel quale il portfolio singolo viene condiviso e reso “materiale” per la meditazione sociale e complessiva, e non solo all’interno della scuola.

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